Più immobili sul mercato: per comprare casa si consumano meno anni di stipendio
L’aumento delle compravendite immobiliari ha ridotto i prezzi delle abitazioni, sia che l’acquisto rispondesse a fini abitativi sia che rappresentasse un investimento. L’Istat rileva un calo dello 0,8% annuo dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie nel terzo trimestre del 2017 (luglio-settembre) e dello 0,5% nei confronti del trimestre immediatamente precedente. Da gennaio a settembre 2017 i prezzi delle abitazioni sono calati dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sintesi di un leggero aumento dei prezzi delle abitazioni nuove (+0,1%) e della diminuzione di quelli delle abitazioni esistenti (-0,6%). Per comprare casa servono in media 6,2 annualità di stipendio secondo i calcoli dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa. Nel 2007 ne occorrevano 10,2. Una casa a Roma richiede 10 annualità di stipendio, ma 11 anni fa ne occorrevano 4,8 in più. A Milano servono 9,3 annualità, ma anche in questo caso i prezzi sono più accessibili rispetto a 11 anni fa (quando occorrevano 4,7 annualità in più), a Firenze 8,5. La città più a buon mercato è Palermo, dove occorrono 3,9 annualità di stipendio. L’84% dei mutui immobiliari stipulati nel 2017 è stato a tasso fisso, secondo MutuiOnline, e il tasso fisso medio è sceso dal 2,3% del 2016 al 2,2%, mentre quelli a tasso variabile sono passati dall’1,23% all’1,01% (si sono presi a riferimento i mutui con durata di 20 e 30 anni). Un tasso fisso appare conveniente nel caso di mutuo della durata di 20-30 anni, mentre per un mutuo decennale il tasso variabile appare un’opzione da valutare, anche in un contesto in cui, nel giro di 1-2 anni, si prevede un aumento dei tassi sui mutui (sia fissi che variabili).
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